
INGEGNERE EDILE, SPECIALIZZATO IN ACUSTICA
Vivevo a Primaluna, in Valsassina. Avevo dodici anni.
Mio padre non capiva perché certe volte non gli rispondessi.
Mia madre scoprì il mio problema per caso, passandomi il telefono.
Mi portarono a fare una visita specialistica. Il dottore spiegò.
Tipica conseguenza degli orecchioni fatti da bambino.
Una lesione definitiva, l’udito irrecuperabile.
Ero del tutto sordo da un orecchio.
Quel giorno nasceva il mio interesse per il suono.
Quindici anni dopo, nel 1999, sono stato tra i primi in Italia
a laurearmi in ingegneria edile con la specializzazione in acustica.
Mi occupo di controllo del suono, sia attivo che passivo:
attivo in relazione a impianti di diffusione e amplificazione, passivo quando l’obiettivo dell’intervento è l’insonorizzazione.
Ho lavorato a grandi progetti e collaudato grandi opere, aeroporti, banche, aziende, spazi pubblici, uffici di direzione.
Oggi la qualità della performance acustica, a seconda delle tipologie, può promuovere o declassare un edificio comportando fluttuazioni significative, anche del 35%, del valore immobiliare.
Ho conosciuto Paolo Locatelli in circostanze curiose, a un tavolo nel quale rappresentavamo interessi contrapposti.
Ci siamo incontrati cercando la stessa cosa, e con la stessa logica:
la verità del problema, per far luce sulle possibili soluzioni e metterle in atto.
In molti casi l’origine dei problemi legati all’acustica è nel progetto stesso.
A volte invece il problema, come il diavolo, si nasconde in un dettaglio, in un angolo, una conduttura, nell’eco di canalina. Il suono è liquido, pervasivo, e insonorizzare è come impermeabilizzare dal suono.
La mia storia e la mia professione sono fatte di attenzione e di percezione.
Quando hai un solo orecchio non riconosci la provenienza del suono.
Ma nemmeno la sordità totale ti impedisce di comporre la nona.
Superato un percorso ostico, riconsideri il senso dei limiti e ti rendi conto che i nostri punti deboli sono i nostri punti di forza.